YouTube ha appena lanciato una nuova funzionalità che ci consentirà mentre guardiamo uno Shorts, di mettere in pausa e lanciare Lens, il servizio di ricerca per immagini di Google, e chiedere maggiori informazioni su qualsiasi oggetto presente sul video.
Bella, bellissima idea di business, specie perché i concorrenti di YouTube, sin qui, sembrerebbero non averci pensato.
E però, ormai lo sappiamo, non c’è bella idea che non possa diventare brutta se non la si maneggia con cautela.
E quale momento migliore del caffè del mattino per parlarne.
Ma tra un istante, dopo la sigla.
YouTube, la presenta così: metti caso che stiate guardando un video girato in una splendida località che vorreste visitare ma che il protagonista del video non menziona.
A quel punto mettete in pausa il video, lanciate Lens, selezionate un’area qualsiasi sullo sfondo e Google vi aiuterà a scoprire dove è stato girato il video in questione grazie alla potenza straordinaria della sua ricerca per immagini.
A quel punto sarete a pochi click dal poter prenotare il vostro week end in quel posto che tanto vi aveva colpito.
Facile, facilissimo, geniale, irresistibile.
Useremo tutti e useremo tanto la nuova funzionalità di casa YouTube.
E anche se YouTube, per ora, precisa che nella fase iniziale di test Lens non mostrerà annunci pubblicitari, nei fumetti e nei cartoni animati di una volta, a questo punto della storia, gli occhi dei protagonisti si sarebbero riempiti del segno del dollaro.
È una straordinaria nuova occasione di monetizzazione di un contenuto, quello audiovisivo, che sembrava aver ormai espresso tutto il suo valore.
Tra qualche mese non ci sarà niente in uno Shorts che non ci porti dritti a un annuncio pubblicitario.
E, naturalmente, va bene così ma con qualche cautela.
La prima e la più ovvia è che vengano rispettate le regole sul product placement già oggi frequentemente violate.
Qui la questione è semplice: se infilo in un video un prodotto per promuoverlo, devo dirlo per consentire a chi lo guarda di rendersi conto che a quel prodotto sto facendo pubblicità per un qualche interesse economico.
Ora far rispettare la regola, già in relazione ai prodotti in primo piano o espressamente menzionati dal creatore è un’impresa titanica, ma farla rispettare anche in relazione a oggetti che potrebbero esser scientificamente lasciati sullo sfondo di un video e non esser menzionati, facendo affidamento sul fatto che incuriosiranno gli utenti e che questi ultimi, grazie a Lens, potranno saperne di più, rischia di diventare quasi impossibile.
Ci sarà, insomma, lavoro, presumibilmente tanto lavoro per l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato e per il Giurì di Autodisciplina.
E, però, anche lato privacy qualche preoccupazione non manca.
Chi crea un video, infatti, da domani dovrà fare – e non sarà facile – tanta ma tanta attenzione in più al contenuto implicito del video in questione ovvero a quello che non si dice esplicitamente e non si mostra volontariamente ma finisce nell’inquadratura e, quindi, da domani, sarà esposto alla lente di ingrandimento di Lens e potrà raccontare al mondo tanto di più sul creatore del video.
E questo vale per l’esempio poco preoccupante ma non insignificante fatto dalla stessa YouTube relativo al luogo nel quale viene girato il video che non è sempre detto si voglia rendere noto al pubblico, alla confezione di un farmaco dimenticata su un tavolo sullo sfondo, a qualsiasi oggetto presente nella stanza in cui si registra il video, perché qualsiasi oggetto, passato sotto la lente super intelligente di Lens, può raccontare tantissimo del creatore di un video.
Ma non è detto che tutti i creatori di video ne siano consapevoli e alcuni potrebbero rendersene conto troppo tardi, quando Lens avrà già raccontato al mondo chissà cosa su di loro.
C’è da dire, per chiudere il caffè con mezza bustina di zucchero che YouTube ha dichiarato che la funzionalità, allo stato, non prevede il ricorso a nessuno strumento di riconoscimento facciale il che consente, almeno, alle persone che si trovassero inconsapevolmente a passare sullo sfondo di un video o, magari, ritratte in una foto appesa al muro, ti tirare un sospiro si sollievo.
Buona giornata e, come sempre, #goodmorningprivacy! perché ce n’è davvero bisogno!