Questo è, probabilmente, uno dei podcast destinato a generare il maggior numero di scongiuri e gesti apotropaici della storia e, sicuramente, non è uno dei migliori con i quali iniziare una giornata.
E, però, proprio perché non ci piace pensarci c’è una funzione che Apple mette a disposizione degli utenti dei suoi dispositivi che rischia di essere sotto-utilizzata e che, invece, è – o può essere – preziosa.
Si chiama “contatto erede” e serve a identificare una o più persone che in caso di nostra morte possano accedere ai contenuti dei nostri dispositivi Apple o, almeno, a una parte di quelli archiviati su iCloud.
Tenuto conto che, ormai, la nostra intera vita transita per i nostri smartphone, tablet e computer è, credo, importante sapere che è possibile consegnare il patrimonio inestimabile di informazioni di ogni genere accessibile attraverso i nostri dispositivi alle cure di qualcuno di cui ci fidiamo davvero.
Potrebbe essere utile per le ragioni più diverse.
Sfortunatamente ci sono, ad esempio, già diversi casi di genitori, figli o, più in generale familiare che stanno combattendo battaglie giudiziarie infinite per accadere al contenuto degli smartphone dei loro cari defunti, talvolta anche solo per capire cosa è accaduto negli ultimi istanti di vita di questi ultimi.
Talaltra per capire se chi non c’è più aveva effettivamente scelto di fidarsi di persone che, spesso, all’indomani della sua scomparsa accampano ogni genere di diritto o pretesa.
Ma, a prescindere da queste ipotesi, considerata l’imprevedibilità della vita e, purtroppo, della morte, è possibile che i nostri dispositivi conservino dati e informazioni che non abbiamo fatto in tempo a condividere con chi ci sta vicino e con chi avremmo voluto condividerli.
Insomma, la funzione è innegabilmente utile e preziosa e per quanto sia doloroso farlo, vale la pena pensarci.
Chi volesse attivarla deve andare su Impostazioni, poi tap sul suo nome, quindi ancora tap su “accesso e sicurezza” e, poi, su “contatto erede” e seguire le istruzioni.
Sto, comunque, preparando un brevissimo video tutorial che troverete sul mio blog e sui miei social.
Vale la pena aggiungere che funzioni analoghe sono disponibili su un numero crescente di social e piattaforme. Facebook, per esempio, è tra queste.
Perdono, perdono, perdono se vi ho fatto iniziare la giornata con un pensiero tanto triste ma non sempre ciò che è utile sapere è anche divertente.
Buona giornata e, naturalmente, good morning privacy!