Gabriele Caramellino – 22/09/2025
Di fronte ai cambiamenti tecnologici, sociali e culturali di questa epoca, le riflessioni di uno dei maggiori studiosi di comunicazione come Derrick de Kerckhove aiutano a comprendere meglio il presente e il futuro che ci attende. Il sociologo de Kerckhove, classe 1944, nato in Belgio e italiano d’adozione, ha trascorso molti anni in Canada dove è stato allievo di Marshall McLuhan (1911 – 1980), e ha frequentato anche l’India e la Francia. Dagli anni Ottanta, de Kerckhove si dedica allo studio degli effetti dei mezzi di comunicazione, con una attività di ricerca che negli anni si è focalizzata sulle connessioni tra la mente umana, la forma politica della democrazia e l’evoluzione dei comportamenti sociali. Attualmente, in Italia è direttore scientifico della rivista Media Duemila e dell’Osservatorio TuttiMedia, e docente alla Scuola di Design del Politecnico di Milano. In Spagna, è direttore di ricerca all’Internet Interdisciplinary Institute della Open University of Catalunya di Barcellona. Autore di teorie che hanno innovato il modo di studiare i media, come quelle dell’intelligenza connettiva, del gemello digitale e del capitale cognitivo digitale, de Kerckhove si è ora concentrato sul definire i tratti dell’uomo quantistico. Ed è fresco di stampa il suo libro L’uomo quantistico. Mente, società, democrazia: dove ci porterà la prossima rivoluzione digitale, prefazione di Guido Scorza, postfazione di Andrea Colamedici, Rai Libri editore. Dalla scrittura alfabetica come sistema operativo della cultura occidentale ai media di massa, da Internet ai social, dalla comunicazione mobile all’intelligenza artificiale generativa, l’autore ripercorre i grandi passaggi avvenuti nel corso della Storia, fino a ragionare sulle questioni del mondo di oggi. Secondo de Kerckhove, il conflitto tra alfabeto e algoritmo ha progressivamente incrinato le fondamenta della convivenza civile nel mondo occidentale, manifestandosi in quattro fenomeni interconnessi: l’ascesa della destra radicale, la normalizzazione della disinformazione, l’erosione della fiducia nelle istituzioni, l’emergere di una polarizzazione combattiva. Con il risultato pratico di un risentimento sempre maggiore da parte della maggioranza della popolazione verso gruppi sociali d’élite che non comprendono le difficoltà della vita quotidiana delle persone. Per il sociologo belga, c’è addirittura un parallelismo tra la rivoluzione in corso negli Stati Uniti e alcuni aspetti della Rivoluzione francese del 1789. In maniera molto opportuna, de Kerckhove ricorda che la democrazia richiede determinate condizioni per prosperare, e ripristinare queste condizioni significa ripensare non solo le istituzioni politiche ma anche l’intera infrastruttura tecnologica e mediatica che modella la nostra percezione della realtà. Si tratta di una sfida che richiede un impegno collettivo e una profonda riflessione sui valori che guideranno lo sviluppo tecnologico futuro. Inoltre, l’autore indica che nel futuro del mondo a dominare non saranno né il modello millenario cinese né il modello post-zarista russo né quello statunitense in forma pura, ma un sistema internazionale fluido nel quale alleanze pragmatiche e opportunistiche prevalgono sulle fedeltà ideologiche rigide. Con la grande sfida di bilanciare sovranità territoriale e sovranità digitale. Per coloro che faranno esperienza del futuro, vivere nel tempo quantistico significherà riconoscere che il progresso è una complessa ecologia di possibilità, alcune determinate, altre auto-organizzate e altre ancora stocastiche, in cui ogni momento contiene molteplici futuri potenziali.
IL SOLE 24 ORE | La prossima rivoluzione digitale, spiegata nel libro “L’uomo quantistico” di Derrick de Kerckhov
