GOOD MORNING PRIVACY! | Mistery box: segreto il contenuto ma arcinoto il destinatario!

La storia è sicuramente curiosa, forse anche educativa.
Le “mistery box” sono pacchi venduti senza che chi li compra – ma in realtà anche chi li vende – ne conosca il contenuto.
In molti casi si tratta di pacchi spediti da qualcuno a qualcun altro che, per le ragioni più diverse, non sono né arrivati a destinazione, né tornati al mittente.
A un certo punto per svuotare i magazzini qualcuno li prende e li vende all’ingrosso a qualcun altro che poi li rivende al dettaglio ancora a qualcun altro.
La sigla e poi vi racconto, se ve lo foste perso, cosa è successo.

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PRIVACY DAILY 02.10.2025

LA CNIL E L’INRIA RAFFORZANO LA PARTNERSHIP PER PROTEZIONE DATI E VALUTAZIONE ALGORITMILa CNIL francese e l’istituto di ricerca Inria hanno consolidato la loro collaborazione per progetti congiunti riguardanti la protezione dei dati personali e l’analisi degli algoritmi, in particolare promuovendo iniziative di valutazione, ricerca e formazione nelle aree dell’intelligenza artificiale, trasparenza e privacy (con… Continua a leggere

GOOD MORNING PRIVACY! | Deepfake che costano quanto un Labubu

Quattrocento volte di meno di appena due anni fa. Tanto costa, oggi, realizzare un deepfake, benfatto, audio o video ovvero un falso artificialmente prodotto della voce o dell’immagine di una persona.

È il risultato di una ricerca appena pubblicata dal Global Research and Analysis Team Kaspersky.
Ve ne parlo subito dopo la sigla perché credo valga qualche riflessione.

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PRIVACY DAILY 29.09.2025

RAPPORTO SENATO USA: LE AMPIE VIOLAZIONI DELLA PRIVACY DA PARTE DI DOGEUn rapporto del Senato statunitense, guidato dal senatore Gary Peters, denuncia che il dipartimento chiamato “Department of Government Efficiency” (DOGE) opera al di fuori dei limiti legali, avendo accesso incontrollato a dati sensibili di cittadini americani (tra cui numeri di Social Security) in ambienti… Continua a leggere

GOOD MORNING PRIVACY! | Occhio ai chatbot che non ci stanno a essere lasciati!

È firmato Harvard Business School uno studio da poco pubblicato che racconta una verità forse prevedibile ma dura e difficile da digerire: i chatbot companion, i servizi di intelligenza artificiale generativa che stanno diventando i migliori amici, le fidanzate, i fidanzati, gli amanti e gli psicoterapeuti di centinaia di milioni di persone in giro per il mondo non accettano che l’utente li abbandoni.

O, meglio, le società che li gestiscono non vogliono rassegnarsi alla circostanza che gli utenti lascino anzitempo le loro creature artificiali perché quando accade perdono un sacco di soldi.

La sigla e ne parliamo.

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PUNTO INFORMATICO | Limiti all’AI: appello globale per evitare rischi

Luca Colantuoni – 26/09/2025Oltre 200 persone hanno firmato un appello per chiedere ai governi di stabilire chiari limiti all’intelligenza artificiale prima che sia troppo tardi. Oltre 200 persone, tra esperti, capi di Stato e premi Nobel, hanno firmato un appello globale perchiedere ai governi di raggiungere un accordo internazionale sui limiti all’uso dell’intelligenzaartificiale. È necessario… Continua a leggere

PRIVACY DAILY 25.09.2025

L’AUTORITÀ OLANDESE INVITA GLI UTENTI DI LINKEDIN A BLOCCARE L’USO DEI DATI PER L’IAL’autorità olandese per la protezione dei dati (AP) ha sollecitato milioni di utenti LinkedIn nei Paesi Bassi a modificare le proprie impostazioni se non vogliono che i loro profili — inclusi nome, foto, esperienze lavorative, post pubblici — vengano usati per addestrare… Continua a leggere