Dati sulla geolocalizzazione finiti online. Utente avvisato è mezzo salvato!
Guardare la mappa che ha fatto il giro dei social nei giorni scorsi su X fa letteralmente rabbrividire: centinaia di milioni di puntini rossi su un’enorme mappa mondiale, ognuno rappresentante la posizione di persone rilevata dai loro smartphone, tablet e PC. Questi dati, raccolti da Gravy Analytics, una società specializzata in geolocalizzazione, sarebbero stati coinvolti in una delle violazioni dei dati personali più gravi di sempre.ù
L’hacker che ha pubblicato una parte di questi dati online lo ha fatto come prova dell’avvenuta violazione. Secondo quanto riportato, i dati divulgati rappresentano solo una piccola porzione di quelli esfiltrati. Gravy Analytics ha confermato la violazione e notificato l’accaduto all’ICO, l’autorità britannica per la protezione dei dati, senza fornire ulteriori dettagli.
Tra le informazioni finite online ci sarebbero dati di localizzazione di milioni di utenti di Tinder e, fatto ancor più grave, dati riguardanti membri della comunità LGBT+ globale, esponendoli a rischi elevatissimi, specialmente in Paesi dove queste persone sono ancora perseguitate.
La raccolta di questi dati, avvenuta in condizioni di dubbia legittimità, è già oggetto di indagine da parte della Federal Trade Commission (FTC). Recentemente, la FTC ha accusato Gravy Analytics di violazioni della privacy e ha ordinato la sospensione del trattamento di ogni dato di geolocalizzazione raccolto illegalmente negli Stati Uniti.
In attesa di ulteriori dettagli sull’accaduto e sulle implicazioni dei dati divulgati, questo incidente è un promemoria importante: quando installiamo un’app o utilizziamo un servizio digitale, prestiamo attenzione ai permessi concessi, in particolare all’accesso ai dati di geolocalizzazione. Se questi dati non sono strettamente necessari per il funzionamento dell’app, sarebbe opportuno negarli.
Anche dopo l’installazione, vale la pena controllare nelle impostazioni dello smartphone quali applicazioni hanno accesso alla nostra posizione. Esistono numerosi tutorial online che spiegano come farlo. È comprensibile che un’app di navigazione satellitare abbia bisogno di questi dati, ma è meno giustificabile per un’app dedicata alla gestione della dieta o al monitoraggio del battito cardiaco.
La geolocalizzazione è una risorsa preziosa per il mercato della pubblicità online e altri settori digitali, ma comporta rischi enormi. Permette un tracciamento pervasivo delle abitudini di vita e, combinata con altre informazioni reperibili online, può rivelare molto più di quanto pensiamo.
Utente avvisato è mezzo salvato.
Non è una buona giornata, ma questo non ci impedisce di augurarvi, e soprattutto augurare alla privacy, una buona giornata.