GOOD MORNING PRIVACY! | Il porno sbarca sull’Iphone (in Europa)

Che il porno sia pioniere del web è circostanza nota da tempo.
E la storia appena rimbalzata dalle colonne di Mashable e The Verge, due testate online specializzate in tecnologia e dintorni lo conferma.
Da ieri, attraverso uno store alternativo all’Apple Store del quale non faccio il nome per non fargli pubblicità, comunque uno di quelli nati grazie al Digital Market Act che ha imposto a Apple e agli altri padroni dei grandi ecosistemi digitali di aprirsi alla concorrenza, c’è un’app per l’accesso a contenuti pornografici installabile sugli Iphone di tutti gli utenti europei.
Una rivoluzione che in casa Apple non piace affatto.

“Siamo profondamente preoccupati per i rischi per la sicurezza che le app porno hardcore di questo tipo creano per gli utenti dell’UE, in particolare i bambini.
Questa app e altre simili mineranno la fiducia dei consumatori e la confidenza nel nostro ecosistema, per il quale abbiamo lavorato per più di un decennio per renderlo il migliore al mondo.
Contrariamente alle false dichiarazioni rilasciate dallo sviluppatore del marketplace, certamente non approviamo questa app e non la offriremmo mai nel nostro App Store.
La verità è che siamo tenuti dalla Commissione Europea a consentirne la distribuzione da parte di operatori di marketplace come x ed y – evito per il momento di fare i nomi – che potrebbero non condividere le nostre preoccupazioni per la sicurezza degli utenti”, ha detto Apple in una dichiarazione a The Verge.
Questione complicata, anzi, complicatissima.
Apple, naturalmente, ha facile gioco nel rivendersela pro domo sua come un preoccupante effetto collaterale delle nuove regole europee sui mercati digitali.
E non c’è dubbio che, nel caso di specie, l’Apple store è stato, sin qui, uno dei pochi luoghi dell’ecosistema digitale nel quale i minori erano al riparo almeno dal porno.
Poi che non fossero al riparo – così come altrove – da una serie di fenomeni forse persino più preoccupanti del porno è un’altra storia.
Ora lo sbarco di un’app pornografica sugli Iphone, attraverso uno store alternativo che esiste grazie alle nuove regole, fa decisamente gioco alla casa di Cupertino.
Guai, però, a negare che, appunto, si tratta di un effetto collaterale delle nuove regole che, allo stesso tempo, aprono la strada o, meglio, i mercati a tante altre e diverse imprese digitali.
Il porno, come è sempre accaduto nella storia di Internet e dintorni, arriva per primo e rischia di farci pentire di una scelta che, invece, ha una sua logica e una sua ragion d’essere importanti.
E, allora, che fare?
La risposta, in realtà, comincia a diventare monotona: bisogna riuscire a implementare in fretta soluzioni solide e equilibrate di age verification capaci di tenere i bambini fuori da app, piattaforme e servizi non adatti alla loro età benché disponibili online come negli store di applicazioni.
Farlo è possibile e volere e potere.
Lo vogliamo? Lo vogliono i decisori pubblici, ma lo vogliono per davvero e non solo per proteggere i bambini dal porno ma da una serie infinite di ben più serie insidie digitali?
In attesa di una risposta, buona giornata e, naturalmente, good morning privacy.