“Per favore… non utilizzare assistenti AI, mentre incoraggiamo le persone a usare sistemi di intelligenza artificiale una volta assunte per aiutarle a lavorare più velocemente e in modo più efficace, vi preghiamo di non usare assistenti di intelligenza artificiale durante il processo di candidatura perché vogliamo capire il vostro interesse personale a lavorare per la nostra società senza mediazione tramite un sistema di intelligenza artificiale e vogliamo anche valutare le vostre capacità di comunicazione non assistite da intelligenza artificiale”.
Chi indovina chi pubblica un’avvertenza di questo genere in cima alla pagina web dedicata alla selezione del personale oggi vince il caffè.
Posso darvi un aiutino: non è un soggetto pubblico, non è un’università, non è un’associazione di attivisti dell’anti-tecnologia!
Poi se non ci arrivate da soli, ve lo dico: è Anthropic uno dei giganti globali dell’intelligenza artificiale, una società che vende servizi basati sull’intelligenza artificiale per supportare qualsiasi genere di funzione aziendale, inclusa quella delle risorse umane proprio nell’attività di selezione artificialmente intelligente del personale.
Una circostanza che, in effetti, fa un po’ sorridere.
Anche se, guai a negarlo, la richiesta – peraltro formulata in termini straordinariamente cortesi – è assolutamente condivisibile.
E però la questione esiste perché con il moltiplicarsi dei sistemi di intelligenza artificiale applicati alle selezione del personale, inesorabilmente si moltiplicano anche le soluzioni di intelligenza artificiale capaci di supportare il candidato nel prendere in giro gli algoritmi di selezione.
Intelligenza artificiale contro intelligenza artificiale, realtà dissimulata contro valutatori non umani, macchine contro macchine.
Difficile capire chi ci guadagna in tutto questo, a parte, probabilmente, proprio le fabbriche di intelligenza artificiale che, però, poi, quando si tratta di scegliere i migliori da assumere sembrano spaventate dall’idea di sbagliare per colpa della maschera artificiale che molti candidati potrebbero indossare facendosi scrivere i curricula e le risposte alle domande anche motivazionali proprio da algoritmi di intelligenza artificiale.
Usate l’intelligenza artificiale ma solo dopo esservi fatti assumere senza, insomma è la raccomandazione di Anthropic che, confesso, non sono certo di condividere.
Mi sembra ci sia una punta di ipocrisia.
Ma forse non è così.
Il caffè del mattino, però, serve anche a accendere riflessioni di questo genere e, magari, a convincersi prima di sera dell’opposto di ciò che si è pensato al risveglio.
Buona giornata e naturalmente good morning privacy!