Se la notizia fosse confermata, come, per la verità, stanno facendo in queste ore diverse autorevoli testate americane, sarebbe un fatto oggettivamente grave. Sto parlando della cancellazione delle pagine relative a informazioni, iniziative e programmi governativi dedicati alla comunità LGBTQ che, nel giorno dell’insediamento di Donald Trump, sembrerebbero essere scomparse dal sito della Casa Bianca.
Via, tutte insieme, tutte d’un colpo, a pochi secondi dall’inizio del secondo mandato Trump.
Le associazioni per la difesa dei diritti della comunità LGBTQ si dicono convinte che sia andata proprio così e si dichiarano niente affatto sorprese per il gesto.
E i giornalisti di diverse testate, interrogando il motore di ricerca del sito del governo americano, in effetti, confermano che alcuni contenuti che c’erano non ci sono più e che, con talune chiavi di ricerca, si finisce inesorabilmente con l’imbattersi in pagine di errore che confermano che il link è rotto, come si dice in gergo, e non porta da nessuna parte.
Guai a non dire che, come accade sempre in concomitanza con l’avvicendamento alla Casa Bianca, il sito è oggetto, in queste ore, di un restyling importante e che, in questi casi, il rischio di perdersi per strada qualche contenuto c’è sempre.
E però la circostanza che a essersi persi per strada sembrerebbero, in quantità importante, proprio un certo genere di contenuti qualche dubbio inesorabilmente lo solleva.
Per carità, chi non è almeno un po’ incoerente alzi la mano o lo scriva qui sotto nei commenti, ma è almeno curioso che il protagonista di un’operazione del genere – se vera – sia proprio un’amministrazione che si dichiara tanto convinta della necessità di promuovere e difendere, in ogni contesto e a ogni costo, la libertà di parola, tanto da suggerire e ottenere che giganti come Meta interrompano ogni programma di fact-checking suscettibile di interferire con la libertà degli utenti di condividere qualsiasi genere di contenuto.
Come si fa, allo stesso tempo, a dichiararsi paladini della libertà di parola e, poi, a mostrarsi così tanto spaventati dalle parole da correre addirittura a cancellarne alcune non da un sito qualsiasi, ma dalle pagine web più importanti dell’intero governo americano?
Una cosa è, o dovrebbe essere, decidere di cambiare rotta in termini politici e amministrativi, interrompendo alcuni programmi di supporto e altre iniziative analoghe o introducendo nuove leggi, e una cosa diversa è rimuovere fisicamente contenuti informativi, inclusi taluni di carattere educativo, dalle pagine di un sito.
E, però, se questo è, effettivamente, il vento che soffia, forse meglio che le pagine in questione siano state rimosse, piuttosto che siano state utilizzate – come sarebbe potuto accadere – per identificarne gli utenti e adottare chissà quale genere di iniziativa nei loro confronti.
In fondo, il web è generoso e tende a non dimenticare, con la conseguenza che ciò che è stato cancellato – forse – dal sito della Casa Bianca, alla fine, da qualche altra parte lo si ritroverà.
Difendere la privacy degli utenti delle pagine in questione, forse, sarebbe stato più difficile.
Non è una buona notizia per iniziare la giornata ma, comunque, buona giornata e naturalmente good morning privacy!