Quante volte ci capita di abbonarci a un servizio o di scaricare un’app mossi da una qualche urgenza, usarla per qualche ora o per qualche giorno e poi dimenticarcene completamente?
Non so a voi ma a me, forse per colpa della curiosità, capita spesso.
E, naturalmente, finisce che pago per mesi, se non per anni, per un servizio che non uso.
Contrattualmente ineccepibile ma eticamente ingiusto.
Certo, prima di tutto sciocco da parte mia.
Ma questa è un’altra storia.
Forse proprio per questo mi ha colpito la notizia della nuova politica commerciale applicata da Kagi, un motore di ricerca alternativo ai più famosi e a pagamento.
Si chiama “fair pricing”.
E la società l’ha spiegata così sul proprio sito internet: “Abbiamo implementato questa funzionalità per il semplice motivo di essere gentili con i nostri utenti. Sappiamo che alcuni dimenticano di usare Kagi anche per mesi o non averne bisogno, quindi quando vi capita, da oggi, potete stare tranquilli: non vi addebiteremo alcun costo”.
Decisamente un modo onesto di far business online.
Ci sarebbe da augurarsi – anche se, forse, è solo una romantica illusione – che la scelta di Kagi sia di ispirazione per tanti altri fornitori di servizi digitali e app.
E, forse, numeri del fenomeno alla mano – quelli che io non ho e, per la verità, non ho neppure cercato preparando il caffè di oggi – sarebbe interessante che qualche associazione di utenti e consumatori promuovesse una bella e sana campagna per richiedere almeno alle aziende che guadagnano di più dal non uso dei loro servizi da parte di utenti pure paganti di seguire l’esempio di Kagi e scegliere la strada del fair pricing.
A volte i sogni si avverano e il momento migliore per sognare e all’inizio di un nuovo giorno anche se, questa volta, sarà l’amaro del caffè, ma ho il sospetto che non andrà così.
Ma sognare non costa niente, fair pricing o no!
Buona giornata e, naturalmente, good morning privacy!