Perché abbiamo ordinato il blocco di DeepSeek
La notizia ormai è nota e ha già fatto il giro del mondo.
Abbiamo ordinato, in via d’urgenza, a DeepSeek, l’emula cinese di ChatGPT, di interrompere ogni trattamento di dati personali relativo agli interessati italiani e abbiamo contestualmente aperto un’istruttoria.
Alla base della decisione la risposta con la quale le società che gestiscono il servizio hanno riscontrato la nostra richiesta di chiarimenti di qualche giorno fa riferendo di non operare in Italia, non avere intenzione di operarvi e non ritenere applicabile la disciplina europea sulla protezione dei dati personali.
Troppo per non intervenire.
Sia perché il servizio è certamente stato disponibile in Italia e lo è ancora almeno nella versione web, pur non essendo più disponibile l’app negli store di Apple e Google, sia perché le regole europee sulla privacy non possono non applicarsi a chi ha raccolto sistematicamente dati personali anche nel nostro Paese e li ha trattati per consentire al proprio servizio di generare contenuti, tra l’altro, partendo proprio da questi dati.
In un mondo che corre così tanto veloce e nel quale il tempo per assumere decisioni anche importanti è sempre di meno, non ci si può mai dire sicuri della bontà di una decisione e, talvolta, inesorabilmente, si sbaglia.
E, però, proprio come a suo tempo accaduto – sebbene tra critiche anche feroci di taluno – nel caso ChatGPT, ancora una volta abbiamo ritenuto che non si potesse lasciar correre, non si potesse lasciar passare il principio che esistano isole dalle quali o nelle quali proporre nuovi servizi digitali e tecnologici travolgendo o, più semplicemente, ignorando, diritti e libertà.
Il punto esattamente come in occasione dell’intervento d’urgenza su ChatGPT non è frenare l’innovazione ma orientare l’innovazione nella sola direzione nella quale dovrebbe correre ovvero quella di massimizzare il benessere collettivo e non si può massimizzare il benessere collettivo ignorando diritti e libertà a cominciare dalla privacy oggi più importante di sempre.
Riusciremo nell’impresa?
Onestamente non lo so.
Da soli certamente no.
Ma se ciascuno fa la sua parte, io credo che l’obiettivo sia raggiungibile.
Dopodiché il nostro dovere è provarci, a prescindere dal risultato.
Come sempre buona giornata e good morning, oggi più di sempre, privacy!
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Why We Ordered the Block of DeepSeek
The news is now widely known and has already made headlines around the world.We have urgently ordered DeepSeek, the Chinese counterpart of ChatGPT, to cease all processing of personal data related to individuals in Italy and have simultaneously launched an investigation.This decision is based on the response we received from the companies managing the service, following our recent request for clarification.
They stated that they do not operate in Italy, have no intention of doing so, and do not consider European data protection regulations applicable to them. That was more than enough reason to intervene.
First, because the service has certainly been available in Italy and remains accessible — at least via its web version — even though its app is no longer available on Apple and Google stores.
Second, because European privacy regulations must apply to any entity that has systematically collected personal data, including from our country, and processed it to enable its service to generate content, drawing directly from this data.
In a world moving at such a fast pace, where there is increasingly less time to make critical decisions, one can never be entirely certain of their correctness. And sometimes, inevitably, mistakes are made.However, just as we did — despite harsh criticism from some — when we took action against ChatGPT, once again, we believe that inaction was not an option.
We could not allow the idea to take root that there are “islands” from which or within which new digital and technological services can be offered while disregarding—or outright ignoring—rights and freedoms.
As with our urgent intervention on ChatGPT, the issue is not about halting innovation but steering it in the only direction it should go: maximizing collective well-being. And collective well-being cannot be maximized by ignoring rights and freedoms—starting with privacy, which is more important today than ever before.
Will we succeed?
Honestly, I don’t know.
Certainly not alone.
But if everyone plays their part, I believe the goal is within reach. That said, our duty is to try—regardless of the outcome. As always, have a great day and, today more than ever, good morning, privacy!