GOOD MORNING PRIVACY! | Lo smartphone per aprire le vetrine della farmacia

È la solita storia con le cose di una certa innovazione tecnologica: la comodità ha un prezzo che, talvolta, è salato. CSV, una delle più celebri catene di farmacie al mondo ha da poco annunciato che intende rendere disponibile ai clienti, attraverso la propria app, un servizio che consentirà loro di aprire le vetrine presenti nei punti vendita senza più bisogno di chiamare l’addetto e attenderne l’arrivo. L’idea è di disarmante semplicità: aprire la vetrina di un negozio con la stessa facilità con la quale si sblocca un monopattino elettrico.
E, però, c’è il solito ma.
Il conto da pagare in termini di privacy sembra salato.

Per poter fruire di questa nuova funzionalità, infatti, i clienti delle farmacie CSV dovranno iscriversi al programma fedeltà della società il che, inesorabilmente, significa condividere con quest’ultima una montagna di dati personali e, anzi, considerato che stiamo parlando di una catena di farmacie, dati personalissimi, quelli che nel GDPR si chiamano dati particolari perché capaci di raccontare di più di una persona.
In questo caso quei dati sono capaci di mettere a nudo le patologie di cui una persona soffre o della quale soffrono i suoi cari per i quali acquista questo o quel farmaco.
Insomma, come, ormai, accade sempre più di frequente davanti a quelle vetrine si consumeranno degli autentici baratti: chi vuole sfruttare la comodità di aprire una vetrina con lo smartphone, deve accettare di mettere a nudo tanto di sé.
Poi, naturalmente, ci sarà anche chi obietterà che dovrebbe comunque farlo davanti all’addetto alla farmacia e che, quindi, preferisce farlo davanti all’applicazione di CSV.
E, però, anche se, magari, nella dimensione emotiva la riflessione è comprensibile, l’impatto della consegna, tendenzialmente per sempre, di una quantità tanto preziosa di dati personali, in digitale, ai sistemi ormai artificialmente intelligenti, di una catena di farmacie è di diversi ordini di grandezza superiore rispetto all’imbarazzo di doversi confrontare con l’addetto alla farmacia.
I dati acquisiti dall’app, infatti, sono destinati a essere conservati, stratificati, analizzati, processati e incrociati con migliaia di altri dati e, per questa via, trasformati in informazione e conoscenza capaci di raccontare tanto, tantissimo di più di ciascuno di noi.
Insomma, il trucco c’è e si vede pure e il prezzo della comodità rischia di essere davvero salato.
CSV, per ora, sta sperimentando la soluzione in tre soli punti vendita e c’è, forse, da sperare che, lungo la strada, torni sui suoi passi e rinunci all’idea di far pagare così tanto la comodità.
La comodità tecnologica va bene ma a condizione poi di lasciar gli utenti liberi di scegliere, per davvero, se aderire o meno al programma fedeltà.
Come sempre buona giornata e, naturalmente, good morning privacy.