RADIO ACTIVIA PLUS | A little privacy, please!

In questa puntata di A little privacy, please!, il nostro speaker Sergio Aracu presenta l’ultima fatica editoriale dell’Avv. Guido Scorza, “Diario di un chatbot sentimentale”

Dai primi esperimenti con il chatbot ELIZA, condotti nel 1966 dal matematico Joseph Weizenbaum, fino ai giorni nostri con i moderni metodi di linguaggio creati attraverso l’intelligenza artificiale. C’è tutto questo e molto altro ancora nell’ultima fatica editoriale dell’Avv. Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali, giornalista, autore di diversi volumi in materia di privacy, docente di Diritto dell’Informatica, ospite ricorrente di A little privacy, please!, la nostra serie podcast che si propone di rendere semplici, seppur trattati in modo rigoroso, i vari temi legati alla Data Protection.

Si chiama “Diario di un chatbot sentimentale” l’ultimo libro di Scorza ed è un viaggio all’interno di un mondo in cui software sempre più sofisticati e aggiornati acquisiscono dati personalisuscitano emozioni e si guadagnano la nostra fiducia. Un universo in cui è sempre più in discussione il confine tra la realtà umana e quella artificiale.

Nel volume, edito da Luiss University Press, l’autore pone alcune domande fondamentali: ti fideresti di un amico che non esiste? Ti piacerebbe se i tuoi cari scomparsi continuassero a parlarti per mezzo di una chat? E, ancora, saresti disposto a donare il tuo cuore a una macchina capace di imitare perfettamente l’amore? A partire da questi interrogativi, Scorza ci porta a riflettere su diverse questioni oggi attualissime dal punto di vista sia etico sia giuridico.

Intervistato dal nostro Sergio Aracu, Founder di Area Legale, giurista d’impresa, Business Privacy Lawyer, Privacy Consultant e Data Protection Officer, Scorza ha riconosciuto come “ormai siamo all’interno di una società ibrida, nella quale dobbiamo rassegnarci a vivere con entità non umane con le quali dialogheremo come se lo fossero“. E poi ha spiegato:

I chatbot, e chi su queste tecnologie sta costruendo dei mercati, scommettono, di fatto, sulla pandemia della solitudine, la più diffusa e virulenta con la quale l’uomo si sia mai confrontato. Perché il chatbot, a differenza dell’amico/a, del fidanzato/a o del/della psicoanalista, c’è sempre. Generalmente ci dice di sì, sa conquistare con poco la nostra fiducia, più in generale è molto accondiscendente.”

Per saperne di più, sulla realtà artificiale e sulle sue connessioni sentimentali, non vi resta che ascoltare la puntata, oltre che naturalmente leggere il libro.

FONTE: “Diario di un chatbot sentimentale”: il confine tra umano e artificiale – Radio Activa

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