La settimana scorsa, mentre il centro di Los Angeles era paralizzato e messo a ferro e fuoco dai manifestanti che protestavano contro le nuove leggi federali sull’immigrazione, come talvolta accade in questi casi, qualcuno ne ha approfittato per sfondare, tra le altre, le vetrine dell’Apple Store e saccheggiarlo. La sigla e vi racconto cosa è successo.
La scena è di quelle che meritano di essere immaginate.
Un facinoroso che entra a volto coperto in un Apple store dopo aver sfondato una vetrina e fa razzia di quanti più smartphone può tra quelli in bella mostra sui lunghi tavoli in legno.
L’idea è semplice, quasi banale.
Approfittare della manifestazione, svaligiare lo store e rivendere, a peso d’oro, gli Iphone.
E però appena fuori dal negozio, al malcapitato – e, anzi, ai malcapitati – accade che gli iphone rubati iniziano a suonare, la torcia lampeggia, e sugli schermi compare un messaggio: “Si prega di restituire all’Apple Tower Theatre. Questo dispositivo è stato disabilitato e viene monitorato. Le autorità locali saranno allertate”.
Immaginatevi la faccia di chi si era sentito furbo, forse geniale e aveva già pregustato il frutto di un bottino a diversi zeri.
Niente da fare.
Tempo perso, fatica sprecata e, soprattutto, la polizia alle calcagne.
Tutto merito dell’antifurto, questo si geniale, di casa Apple che non appena registra che l’iphone da esposizione viene disconnesso dal WiFi del negozio e portato all’esterno, lo blocca e fa scattare l’allarme e il tracciamento.
A quel punto per il ladro è finita.
Si ritrova occhi e orecchie di chiunque gli stia vicino addosso.
Può scegliere se abbandonare la refurtiva o finire, con certezza quasi matematica, in manetta come accaduto a Los Angeles a tre dei furbetti degli smartphone che devono aver pensato che prima o poi gli iphone avrebbero smesso di suonare e lampeggiare e, soprattutto, che non fosse vero che il servizio di geolocalizzazione della Apple fosse entrato in funzione e stesse consentendo alla polizia di attenderli al varco.
Tecnologia, insomma, che difende la tecnologia e, soprattutto, il legittimo proprietario della tecnologia.
Giusto così.
Difficile contestare il sacrosanto diritto di Apple di tracciare i ladri di smartphone per consentire alla polizia di assicurarli alla giustizia.
La privacy, ovviamente, in un caso del genere, si piega alle esigenze della legge.
Dubito che un aspirante rapinatore di negozi Apple stia ascoltando questo podcast ma, se così fosse, è avvisato: ci sono decisamente obiettivi più facili.
Senza dire che non rubare affatto potrebbe essere la scelta migliore.
Buona giornata e good morning privacy.