GOOD MORNING PRIVACY! | Deepfake che costano quanto un Labubu

Quattrocento volte di meno di appena due anni fa. Tanto costa, oggi, realizzare un deepfake, benfatto, audio o video ovvero un falso artificialmente prodotto della voce o dell’immagine di una persona.

È il risultato di una ricerca appena pubblicata dal Global Research and Analysis Team Kaspersky.
Ve ne parlo subito dopo la sigla perché credo valga qualche riflessione.

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GOOD MORNING PRIVACY! | Occhio ai chatbot che non ci stanno a essere lasciati!

È firmato Harvard Business School uno studio da poco pubblicato che racconta una verità forse prevedibile ma dura e difficile da digerire: i chatbot companion, i servizi di intelligenza artificiale generativa che stanno diventando i migliori amici, le fidanzate, i fidanzati, gli amanti e gli psicoterapeuti di centinaia di milioni di persone in giro per il mondo non accettano che l’utente li abbandoni.

O, meglio, le società che li gestiscono non vogliono rassegnarsi alla circostanza che gli utenti lascino anzitempo le loro creature artificiali perché quando accade perdono un sacco di soldi.

La sigla e ne parliamo.

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GOOD MORNING PRIVACY! | Un ex vittima, diventa cacciatore di pedofili su Roblox

Forse abbiamo aiutato noi stessi i nostri figli a entrare su Roblox, la piattaforma di gioco più gettonata del momento e, probabilmente, lo abbiamo fatto tranquillizzati dal fatto che si presenta come un parco giochi a misura di bambini di tutte le età.
Ma, forse, non è proprio così.
Anche se la questione, è bene esser chiari, non riguarda solo Roblox.

La sigla e vi propongo un caffè amaro ma temo necessario.

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GOOD MORNING PRIVACY! | Così è deciso: niente intelligenza artificiale “woke” dal Governo Federale

“L’intelligenza artificiale (IA) svolgerà un ruolo cruciale nel modo in cui gli americani di tutte le età acquisiranno nuove competenze, utilizzeranno informazioni e affronteranno la loro vita quotidiana. Gli americani richiederanno risultati affidabili dall’IA, ma quando pregiudizi ideologici o interessi sociali vengono integrati nei modelli di IA, possono distorcere la qualità e l’accuratezza dei risultati.”
Inizia così l’ordine esecutivo appena firmato dal Presidente degli Stati Uniti d’America in materia di intelligenza artificiale.
Facile, comprensibile e condivisibile almeno sin qui.
Non così per il resto del provvedimento.
La sigla e provo a comprimere la questione in un espresso anche se, forse, non basterebbe un caffè americano in tazza molto grande.

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