Una volta in vetrina c’era un prezzo, il cliente entrava, provava a spuntare uno sconto, poi che riuscisse o meno nell’intento decideva se comprare o uscire dal negozio.
E così è stato, per un po’, anche quando il negozio è diventato digitale, salvo il fatto che lo sconto non si poteva chiedere più.
Ma c’era una vetrina, un prezzo uguale per tutti gli utenti della piattaforma, un carrello, a ciascuno fare la propria scelta binaria: comprare oppure no.
Ma cambia tutto e oggi i prezzi dinamici spopolano, spopolano così tanto che ovunque nel mondo si sta correndo ai ripari.
Nello Stato di New York è appena entrata in vigore una nuova legge proprio su questo.
La sigla e ne parliamo.
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GOOD MORNING PRIVACY! | Non c’è pace per l’AI. Ora anche i tennisti ne criticano l’uso
A Wimbledon, per la prima volta nella storia, sono scesi in campo guardalinee diversamente intelligenti o, per chi ci crede, artificialmente intelligenti.
Ma alcuni tennisti non hanno gradito e chiedono che gli uomini tornino in campo e i robot nel cassetto.
Non c’è pace per i sistemi di intelligenza artificiale.
La sigla e ne parliamo.
GOOD MORNING PRIVACY! | OnePlus trasferisce abusivamente dati personali in Cina? È l’ipotesi di due parlamentari americani
OnePlus trasferisce abusivamente dati personali in Cina? È l’ipotesi di due parlamentari americani
La fonte è autorevole, ma la notizia incerta.
La prima, la fonte è Reuiters, la seconda, la notizia la circostanza che gli smartphone prodotti dalla cinese OnePlus trasferirebbero dati dei loro proprietari in Cina senza alcun consenso.
La sigla e ne parliamo in un caffè corto ma intenso con il quale festeggiamo la novantesima puntata di questo podcast!
GOOD MORNING PRIVACY! | MediaMatters lancia l’allarme: AI utilizzata per diffondere video razzisti sui social
Veo3 la nuova intelligenza artificiale generativa di video di casa Google utilizzata per generare quantità enormi di video razzisti e antisemita poi diffusi su TikTok dove stanno diventando virali.
È il contenuto dell’allarme appena lanciato da MediaMatters che mette in fila alcuni di questi video e i numeri di condivisioni da capogiro che stanno raggiungendo mentre nessuno, incluse Google e TikTok, sembra in grado, nonostante gli sforzi, di arginare il fenomeno.
La sigla e ne parliamo.
GOOD MORNING PRIVACY! | “Non vogliamo che la nostra musica uccida la gente”
Ci sono giornate in cui qualcuno accende una luce di speranza in un mondo che sembra correre incoscientemente verso un destino già scritto che finge di non vedere.
L’annuncio dei Deerhoof della decisione di voler lasciare Spotify per una questione morale è una di queste luci.
La sigla vi dico la mia davanti al solito caffè.
GOOD MORNING PRIVACY! | App per il monitoraggio del ciclo o aspirapolveri di dati? Donne, non cadete nella trappola
Nel mondo patinato delle app per la salute femminile, ci viene raccontato che il monitoraggio del ciclo mestruale sia un gesto di empowerment, un atto di consapevolezza del proprio corpo. Peccato che, dietro l’interfaccia rosa pastello e i messaggi motivazionali, si nasconda un’industria che tratta i dati più intimi delle donne come moneta di scambio. Duro, anzi no, durissimo il J’accuse del Minderoo Centre for Technology and Democracy dell’Università di Cambridge. La sigla e ne parliamo perché questo è il genere di cose delle quali giornali e televisioni dovrebbero occuparsi molto di più.
Continua a leggereGOOD MORNING PRIVACY! | Se vuoi conquistare una donna (o un uomo) mettici la faccia (quella vera)
Il principio è antico e sacrosanto: per conquistare una persona bisogna esser disponibili a metterci la faccia. La speciale declinazione del principio che Tinder, una delle app di incontri più popolari al mondo, ha appena scelto di utilizzare, qualche dubbio però lo solleva. Che siate utenti di Tinder – non lo confessa mai nessuno – o appassionati di privacy, subito dopo la sigla vi racconto iniziativa e dubbi.
Continua a leggereGOOD MORNING PRIVACY! | USA: La Corte Suprema legittima la legge texana sull’age verification per il porno
L’anno scorso PornHub, una delle più popolari piattaforme online di contenuti pornografici ha chiuso i battenti in Texas. Il motivo? Una legge che impone agli utenti di quel genere di piattaforme di dimostrare di essere maggiorenni prima di entrare. In tanti hanno, immediatamente, dubitato della legittimità della legge considerandola incompatibile con il primo emendamento, quello sulla libertà di parola. Qualcuno ha fatto di più e ha chiesto e ottenuto che la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America si pronunciasse sulla legge. La sigla e vi racconto come è appena andata a finire.
Continua a leggereGOOD MORNING PRIVACY! | La dura vita dei ladri di Iphone
La settimana scorsa, mentre il centro di Los Angeles era paralizzato e messo a ferro e fuoco dai manifestanti che protestavano contro le nuove leggi federali sull’immigrazione, come talvolta accade in questi casi, qualcuno ne ha approfittato per sfondare, tra le altre, le vetrine dell’Apple Store e saccheggiarlo. La sigla e vi racconto cosa è successo.
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