GOOD MORNING PRIVACY! | Il Time battezza i big dell’AI, persone dell’anno. Buona la scelta, male la foto di copertina.

“Per aver inaugurato l’era delle macchine pensanti, per aver stupito e preoccupato l’umanità, per aver trasformato il presente e trasceso il possibile, gli Architetti dell’IA sono la Persona dell’Anno 2025 di TIME”
È la sintesi della motivazione con la quale il Time ha appena battezzato i grandi dell’intelligenza artificiale come persone dell’anno 2025, una scelta che ha acceso un dibattito globale e, forse, prodotto più critiche che approvazioni.
La sigla e ne parliamo.

La notizia ha fatto il giro del mondo prima che il Time la rendesse ufficiale grazie a un leak.
E non è stata accolta né da una standing ovation digitale né da applausi scroscianti.
Al contrario, i più, specie sui social l’hanno criticata, stigmatizzata, contestata, in alcuni casi anche molto duramente.
E, però, vale la pena dire subito che alla base della più parte delle critiche c’è un equivoco di fondo, un equivoco che, purtroppo, è figlio del modo in cui, ormai, in tutto il mondo, si fruisce dell’informazione, accontentandosi di un’immagine e di una manciata di parole.
Un colpo d’occhio, una reazione istintiva, quasi compulsiva e poi via a commentare.
I più, infatti, hanno confuso il titolo di “persona dell’anno” che il Time assegna da quasi un secolo, con un nobel o, comunque, un premio positivo e, quindi, comprensibilmente, si sono affrettati a criticare il settimanale per la scelta.
Ma non è così.
Il titolo è, semplicemente, attribuito a una persona, a delle persone, talvolta a un oggetto o un fenomeno che ha avuto un impatto straordinario sulla società a prescindere da ogni sua connotazione positiva e/o negativa.
Tanto per fare qualche esempio, prima che ai big dell’intelligenza artificiale il Time aveva attribuito il titolo a Hitler, a Stalin, Komehini.
E, per ben due volte, a Donald Trump che l’intelligenza artificiale di Google Overview, qualifica, appunto, come persona negativa o, almeno, controversa.
Nessun giudizio di valore etico o morale, quindi.
Fatto questo chiarimento la scelta è probabilmente condivisibile.
Niente, infatti, nel 2025 ha avuto un impatto maggiore sulla società che l’intelligenza artificiale e, per essa, i padroni delle fabbriche che la producono.
Ma se il titolo è condivisibile, meno, forse, lo è una delle due copertine scelte dal Time per commemorare la scelta: un remake della famosa fotografia, datata 1932 e pubblicata la prima volta sulle pagine del New York Herald Tribune che, nella versione originaria ritraeva undici operai in pausa pranzo seduti su una trave sospesa a oltre duecento metri d’altezza su quello che sarebbe diventato il Rockfeller Center, uno dei palazzi più iconici della Grande Mela, mentre la nuova versione, finita sulla copertina del Time, ritrae, su quella stessa trave, i big dell’intelligenza artificiale.
Due scene completamente diverse.
Tanto per cominciare perché quella originaria era portatrice di un messaggio positivo oltre ogni ragionevole dubbio, quello di un Paese – l’America – che ripartiva dopo la grande depressione che aveva lasciato senza lavoro milioni di persone.
L’intelligenza artificiale, al contrario, minaccia di lasciare senza lavoro milioni di persone e, anche a prescindere da questo profilo, certo non può essere considerata un simbolo altrettanto indubitabilmente positivo.
Ma non basta.
Il punto è anche che gli anonimi – salvo pochi riconosciuti in maniera postuma – operai sulla trave del cantiere de Rockfeller center rischiavano la loro vita lavorando senza alcuna protezione a centinaia di metri di altezza mentre i big dell’intelligenza artificiale espongono, quotidianamente, a rischi enormi – come per la verità racconta lo stesso Time nel pezzo che accompagna la scelta delle persone dell’anno -, morte inclusa, centinaia di milioni di persone, trattandole, nella sostanza, come cavie da laboratorio.
L’utilizzo dell’immagine in questione, insomma, sembra davvero stravolgere completamente il significato originario di quella straordinaria fotografia, il suo contenuto e il messaggio del quale era portatrice.
Una scelta, quindi, sotto questo profilo, quella del Time, almeno discutibile come, d’altra parte, milioni di persone, online, in queste ore stanno facendo notare.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere perché, comunque, la decisione del Time ha il merito di aver animato un dibattito planetario importante sui pro e i contro dell’intelligenza artificiale e del suo impatto sulla società, un impatto che ci riguarda tutti, nessuno escluso.
Mi fermo qui, ma solo per evitare che il caffè diventi americano perché ci sarebbe tanto di più da dire.
La privacy, oggi c’entra poco – anche se non è estranea a alcuni dei rischi più grandi legati proprio all’impatto dell’intelligenza artificiale sulla società – ma lasciarvi con good morning privacy è parte ineliminabile di questo format.