Si chiama Sez Us ed è un nuovo social network che nasce con un’idea sicuramente apprezzabile, quella di voler essere uno spazio di confronto e di condivisione di idee, opinioni e contenuti nel quale la civiltà vale più dell’inciviltà e l’educazione più della maleducazione.
Il punto di partenza è questo.
Normalmente i social network premiano in termini di audience i contenuti più divisivi, quelli più radicali, quelli espressi alzando la voce e, talvolta e più semplicemente, in maniera violenta.
Colpa degli algoritmi o, meglio, di chi ha progettato e chi ha scelto di usare certi algoritmi e non altri.
Il risultato, naturalmente, è che chi strilla di più vince.
E vince anche chi fomenta reazioni più accese, violente e esasperate.
Ecco Sez Us sembra intenzionato a spezzare questo circolo vizioso, quello della violenza verbale che genera violenza verbale.
Il metodo identificato per vincere la sfida è essenzialmente quello di affidare la rilevanza dei contenuti ai feedback degli utenti, invitando questi ultimi a premiare con un feedback più positivo i contenuti più utili, quelli espressi in modo più civile, quelli più educati.
L’app è scaricabile sugli store di Apple e Google e, quindi, provarla è facile.
Al primo giro sembra un po’ come un week end in un villaggio di campagna o in una località termale dopo una settimana passata a correre, magari nel traffico, in una metropoli.
Super rilassante, con colori, immagini e un tono di voce che niente ha a che vedere con quelli che caratterizzano i social più alla moda del momento.
E, però, la domanda da porsi è se, alla fine del week end, ci resteremmo per l’intera settimana o avvertiremmo forte il desiderio di tornare in città.
L’esperimento, sotto alcuni profili, ricorda quello di certi editori che, in tempi passati, volevano fare giornali di buone notizie pur sapendo che sono le cattive a tirare di più.
Troppo presto, per quanto mi riguarda, per rispondere.
E troppo facile, forse, per il momento, avvertire l’esigenza di tornare in città o, meglio, ai social di sempre almeno fino a quando le discussioni e gli argomenti su Sez Us saranno quelli attuali: poca politica, poco spettacolo, poco business, poca goliardia e, soprattutto, non ci saranno i membri delle reti sociali nelle quali viviamo sui social di oggi.
Questo senza prendere in considerazione, per ora, un’altra questione non secondaria: gli investitori pubblicitari scommetteranno su un social nel quale si parla a bassa voce e l’educazione prevale sulla maleducazione?
Ma l’esperimento a me pare apprezzabile e pare abbia, almeno, il merito di sottolineare l’esistenza di un problema al quale, forse, ci siamo assuefatti: i social tendono a tirar fuori il peggio di noi, almeno nella dimensione verbale.
Certo non sempre, non tutti allo stesso modo, non di tutti gli utenti, non in ogni momento ma tanti e spesso.
E, in questo modo, i loro algoritmi stanno inesorabilmente cambiando la società nella quale viviamo e ci stanno cambiando più di quanto spesso non ci rendiamo conto.
Non so se e quanto a lungo resterò su Sez Us ma, un week end ce lo passerò.
E questo non è un messaggio pubblicitario.
Buona giornata e goodmorning privacy!